Una Terra Unica

Il Bed & Breakfast è situato nel centro storico di Cariati, borgo mediovale tra i più belli d'Italia, a poche centinaia di metri dallo splendido e cristallino mare Ionio. La Calabria è la punta dello Stivale, l’estremo sud dell’Italia. Lambita dalle splendide acque del mar Ionio e del mar Tirreno è separata dalla Sicilia dallo stretto di Messina. Il clima accogliente, gli splendidi colori del mare, le coste rocciose alternate a litorali sabbiosi, la sua natura selvaggia e misteriosa, i sapori intensi e genuini della cucina locale e le testimonianze delle sue antiche origini rendono la Calabria un posto unico, da ammirare sia d'inverno che d'estate. Ogni desiderio potrà essere esaudito. Chi ama la natura, i suoi profumi, i suoi misteri potrà addentrarsi nell’entroterra calabrese, scoprendo un paesaggio puro e incontaminato, dove immense distese di verde sono interrotte dal blu di laghi e cascate. Chi, invece, vuole abbronzarsi sotto i caldi raggi del sole o immergersi in un mare cristallino, potrà scegliere fra le tante graziose località che costellano le lunghe coste tirreniche e ioniche. E per coloro che vogliono conoscere il passato di questa terra, culla della Magna Grecia e terra di antichi insediamenti, la Calabria offre un’ampia scelta fra chiese e monasteri, castelli e palazzi, borghi e luoghi dove sopravvivono usi e tradizioni secolari. Le province sono: Catanzaro (capoluogo), Reggio Calabria, Cosenza, Crotone e Vibo Valentia.


ROSSANO: DISTANZA DA CARIATI 30 KM


Rossano è una graziosa cittadina definita anche “La Bizantina” per l’immenso patrimonio storico ed artistico che i rossanesi hanno saputo conservare negli anni. Come la maggior parte dei paesi che si affacciano sul nostro tratto di costa Rossano è divisa in due: una parte antica che è arroccata su una collina, Rossano Alta, ed una parte moderna che è Rossano Scalo. Rossano alta si lascia ammirare per il suggestivo panorama da cui domina il mare, per i locali tradizionali e per le botteghe artigiane in cui ancora si svolgono manualmente e con grande abilità le antiche professioni. Aggirandosi per i suoi viottoli è possibile raggiungere la cattedrale, al cui interno è possibile ammirare il dipinto dell’icona Achiropita (letteralmente non dipinta da mano umana), ed il museo Diocesano di Arte Sacra al cui interno è conservato il più antico documento esistente del Cristianesimo, il Codex Purpureus, un evangelario greco, di straordinario interesse biblico e storico.
La Storia di Rossano
I primi insediamenti della popolazione indigena risalgono ai secc. XI - VIII a.C.: siti archeologici Enotrii, Brettii, Greci e Romani sono segnalati in tutto il territorio. Il periodo storico più importante per Rossano è quello Bizantino, infatti dal 540 al 1059 essa diventa una città strategica dell’Impero di Bisanzio tra le più attive e sicure del sud-Italia, ed un centro militare, politico ed amministrativo che ospita i più alti dignitari della corte di Bisanzio, ma anche dell’Impero Italo-Tedesco. E’ il momento della massima potenza e notorietà per Rossano, che le valgono i titoli onorifici di "La Bizantina", "perla bizantina della Calabria", e "la Ravenna del sud". Il secolo X, che per l’Europa è uno dei secoli più drammatici, è invece, il secolo d’oro per Rossano. Essa è il centro urbano più importante della Calabria, sede dello Stratego, di Vescovado, di uffici amministrativi, di officine artigianali, di botteghe d’arte.
Cosa Vedere: numerose le chiese importanti
Oltre ai numerosi palazzi gentilizi disseminati in numerose proprietà private, nel Centro Storico di Rossano è possibile visitare: La Cattedrale di Maria Santissima Achiropita: eretta nell'XI secolo, con successivi interventi nel XVIII e XIX, è il principale monumento architettonico della città, con pianta a tre navate e tre absidi. La torre campanaria e la fonte battesimale risalgono al XIV secolo mentre gli altri decori datano tra il XVII e il XVIII secolo. La chiesa è famosa per l'antica immagine della Madonna Acheropita, ossia non dipinta da mano umana, di datazione probabile tra il 580 la prima metà dell'VIII secolo. All'interno della sacrestia nel 1879 fu ritrovato il famoso "Codex Purpureus Rossanensis", evangeliario greco del V-VI secolo. Il raro manoscritto è il più antico documento esistente del Cristianesimo, ed è di straordinario interesse biblico e storico. Per l’Arte che esprime e per la perfetta manualità della riproduzione libraria, è certamente un capolavoro d’importanza mondiale. I 188 fogli sono di pergamena, membrane sottilissime ottimamente lavorate e colorate rosso porpora. La particolare rarità delle pergamene purpuree è determinata dall’esclusiva prerogativa del colore porpora usato solo dagli Imperatori di Bisanzio. D’Autore sconosciuto, in epoca più tarda rilegato in pelle scura , le sue 376 pagine, tutte miniate in oro e argento, contengono l’intero Vangelo di Matteo e quasi tutto quello di Marco. Il resto dell’opera fu distrutta in un incendio, probabilmente nel XVII°, o XVIII° secolo. Al mondo ne esistono solo sette esemplari, tre in lingua aramaica e quattro in greco. Gli altri preziosi documenti sono conservati a Londra, Parigi e San Pietroburgo. Tra tutti questi, il rossanensis è certamente quello conservato meglio, ed è anche quello che ha la maggiore foliazione. Scampato ad incendi, rapine e anche ad un Arcivescovo che avrebbe voluto distruggerlo, perchè “nemico dell’antichità”, la sua presenza fu segnalata per la prima volta in un memoriale del 1705, indirizzato a Papa Clemente XI. Diverse le ipotesi sulla creazione e provenienza. L'Oratorio di S. Marco (IX-X secolo): originariamente dedicato a Sant'Anastasia, è il monumento più antico della città ed una delle chiese bizantine meglio conservate d'Italia. Fu costruito su iniziativa di San Nilo come luogo di ritiro ascetico per i monaci eremiti che vivevano negli antichi insediamenti rupestri sottostanti. Si tratta di un edificio in stile bizantino con pianta a croce greca, caratterizzato da cinque cupole a tamburo e dall'abside, che conserva inoltre tracce di un antico affresco della Madonna del Bambino. La Chiesa di S. Bernardino (XV secolo): in stile tardo-gotico, fu la prima chiesa Cattolica della città ed ospita il sepolcro di Oliverio di Somma (1536) con la statua del defunto ed un Crocifisso ligneo del XVII secolo. La Chiesa della Panaghìa (X secolo): così denominata in onore di "Maria Tutta Santa", è un altro esempio di architettura religiosa bizantina nel cui abside si conservano tracce di almeno due fasi pittoriche, con un affresco più antico raffigurante San Basilio ed un frammento del XIV secolo che ritrae San Giovanni Crisostomo. L'Abbazia di Santa Maria del Patire (XI-XII secolo): immersa nel verde delle colline, conserva splendidi pavimenti a mosaici arabeggianti, l'abside in stile normanno ed un antico portale ligneo. Fu fondata dal monaco e sacerdote San Bartolomeo di Simeri verso il 1095 sulle rovine di un oratorio. La Torre Stellata (XVI secolo): anche nota come Torre Sant'Angelo, è un antico edificio militare fatto fortificare da Bona Sforza tra il 1543 ed il 1564, all'interno del cui complesso mercantile si trova un ottimo esempio di fondaco perfettamente conservato.
Le tipicità
Da non perdere il Museo Della Liquirizia “Amarelli”. Dal 1971 La fabbrica di liquirizia Amarelli produce liquirizia. Pregiata e gustosa, ricca di buone virtù e dolce come il clima della nostra Calabria, dove nasce e cresce spontanea. A suggellare la passione per questa produzione è nato il Museo della Liquirizia, allocato in una caratteristica residenza quattrocentesca è affiancato da un giardino di agrumi e da una piccola chiesa. All’interno è possibile ammirare e conoscere la storia della liquirizia ed il sistema di produzione artigianale. Nascono cosi le liquirizie, nere, brillanti, seducenti, gioia dei bambini ma anche soprattutto di adulti che amano i piaceri di una vita sana e naturale. Per raccontare questa storia davvero unica, la famiglia ha aperto al pubblico il Museo della liquirizia "Giorgio Amarelli" che ha ottenuto nel 2001 il "Premio Gugghenheim Impresa & Cultura" e nel 2004 le "Poste Italiane" hanno voluto riconoscere l'unicità di tale Museo, dedicandogli un francobollo della serie "Il Patrimonio artistico e culturale italiano".
Molto interessante la visita, per scoprire fra oggetti del passato ed etichette d'epoca, un'esperienza di vita e di lavoro che si prolunga nel tempo sapendosi adeguare al suo divenire.

CERCHIARA: DISTANZA DA CARIATI 75 KM


Cerchiara di Calabria è un piccolo comune ubicato nel Parco Nazionale del Pollino ed ospita sul suo territorio il santuario della Madonna della Armi. Costruito nel 1400 sui resti di un preesistente edificio di culto, il santuario sorge a 1015 m. di altitudine alle pendici del Monte Sellaro. Il complesso architettonico, incastonato nella roccia, ingloba al suo interno la grotta che custodisce la miracolosa immagine della Madonna, conservata in una teca d’argento. L'interno della Chiesa è ricco di testimonianze artistiche che percorrono 5 secoli di storia. A Cerchiara è possibile visitare anche il piccolo ma suggestivo Museo del pane, in cui sono conservati vari strumenti, macchinari e macine della ruralità di un tempo, manichini che impersonano il mugnaio e il panettiere e, tra le altre cose, vere pagnotte di pane di Cerchiara. Poco fuori paese si trova la Grotta delle Ninfe, un'antica fonte di acqua sulfurea che forma fanghi terapeutici e che sfocia oggi in una piscina termale.


CORIGLIANO CALABRO: DISTANZA DA CARIATI 45 KM


Corigliano Calabro, uno dei comuni più produttivi dell’intera regione, si erge su una collinetta circondata da agrumeti ed uliveti. Da sempre gioca un ruolo molto importante nel settore agricolo ed in particolar modo il suo nome è legato alla produzione di clementine di altissima qualità che vengono distribuite in tutta Italia ed anche all’estero. Un’altra fiorente attività economica è la pesca. La marineria di Corigliano è infatti la più grande della Calabria e tra le più significative dell’intero Mezzogiorno coinvolgendo oltre mille addetti. Recandosi a Corigliano merita sicuramente una visita il meraviglioso Castello Ducale, risalente al 1073 ed ubicato nel cuore del centro storico di Corigliano Calabro.
Storia di Corigliano
Le origini di Corigliano Calabro sarebbero da riportare all'epoca dell'incursione araba del 977, quando alcuni abitanti della Terra di Aghios Mavros (San Mauro, nei pressi dell'attuale frazione di Cantinella) si spostarono in luoghi più elevati, determinando lo sviluppo del piccolo villaggio di Corellianum, probabilmente dal greco Korion Elaion, cioè giardino d'olio, data la grande presenza di ulivi nel suo territorio.
Da non perdere: il Castello
Il Castello, la cui costruzione risale al 1073, fu costruito originariamente a mo’ di fortezza come postazione militare, andò soggetto poi ad una serie di trasformazioni e rimaneggiamenti che ne mutarono e ampliarono la struttura originaria, per meglio resistere agli assedi nemici.
Il castello fu trasformato poi in residenza nobiliare dal conte di Corigliano Roberto Sanseverino. Alla fine del XV secolo ne fu possessore, per un breve periodo, Ferdinando I d'Aragona che edificò nuove opere di fortificazione. Dai Saluzzo, a partire dalla prima metà del XVII secolo, fu poi costruita una torretta ottagonale sopra il mastio del castello, della cappella di Sant'Agostino e delle rampe di accesso dal cortile interno, e con la nuova decorazione degli ambienti interni. 
Dopo la vendita a Giuseppe Compagna nel 1828 il figlio Luigi fece costruire una quarta ala inglobando la cappella di Sant'Agostino e un secondo piano di ambienti. Il fossato sul lato nord venne ceduto al Comune che vi costruì sopra la via Tricarico e furono demolite anche le scuderie. 
Anche gli altri lati del fossato vennero colmati per allestirvi un giardino. 
Il castello fu venduto nel 1971 all'arcivescovato di Rossano e da questo al Comune di Corigliano nel 1979.
Altri importanti monumenti da visitare
La Porta di Prando, unico esempio parzialmente integro della cinta fortificata che cingeva il paese. Il Castello di San Mauro, edificato nel 1515 nella pianura in corrispondenza del monastero greco bizantino di San Mauro ad opera dei Sanseverino, ed abbellito per ospitare nel 1535 Carlo V reduce dalla campagna di Tunisi.
Le chiese di Corigliano, patrimonio di arte e cultura
Chiesa del Carmine, consacrata nel 1493 presso il convento dei Carmelitani. Presenta affreschi cinquecenteschi sulla facciata. L'interno a tre navate conserva sulla volta della navata centrale tre affreschi di Domenico Oranges del 1744.
Chiesa di Sant'Antonio, costruita nella prima metà del XV secolo e trasformata nel 1740, presenta una cupola rivestita di maioliche gialle e azzurre e una porta in bronzo dello scultore Carmine Cianci (1982).
Chiesa collegiata di San Pietro, di fondazione precedente al XV secolo, conserva dipinti settecenteschi.
Chiesa della Riforma, consacrata nel 1686 a Santa Maria di Costantinopoli. L'interno presenta un'unica navata. Conserva un Crocifisso seicentesco attribuito a frate Umile Pintorno da Pietralia.
Chiesa di Santa Chiara o "delle Monachelle" edificata tra il 1757 e il 1762 su una piccola chiesa precedente. L'interno con unica navata conserva una tela di Nicola Domenico Menzele del 1762 (San Michele Arcangelo) e un organo del 1735.
Chiesa matrice di Santa Maria Maggiore, risalente al X secolo.
Chiesa di San Francesco di Paola, costruita nel XVI secolo presso l'omonimo convento.
Romitorio di San Francesco, piccola chiesa costruita a ricordo della permanenza di San Francesco di Paola in una capanna durante la sua visita a Corigliano nel 1476-1478. Conserva affreschi seicenteschi.
Chiesa di Sant'Anna o di Santa Maria di Loreto, fondata nel 1582 presso l'annesso convento dei Cappuccini.


SIBARI: DISTANZA DA CARIATI 60 KM


La mitica città denominata Sybaris si trova nel cuore di quell'area definita "Megale Hellas" dai greci e dai romani successivamente "Magna Graecia" sulla costa Ionica cosentina, tra il massiccio del Pollino a Nord e i primi contrafforti della Sila Greca a Sud. Fu considerata la più bella tra le colonie greche, leggendaria per ricchezza ed eleganza, infatti non tardò ad essere celebre in tutto il mondo greco per il suo lusso, l'opulenza e il fasto. Un glorioso passato, ricco di miti e suggestioni, la rende famosa nel mondo ed attira tutt’ora le attenzioni di studiosi e università europee e mondiali.
Oggi Sibari è una cittadina dislocata quasi sullo stesso territorio dell’antica città, è un centro balneare estivo e conserva ancora i resti dell’antica città grazie agli scavi archeologici e ad un moderno Museo.
Una storia importante
La città di Sybaris fu fondata circa 2.700 anni fa,intorno al 710.a.C. verso la fine del regno di Romolo, da una colonia di Achei. 
Come quasi tutte le colonie greche, Sibari fu ubicata vicino al mare, tra i due fiumi Crati e Sibari. La città, da modesto insediamento agricolo e commerciale, andò ingrandendosi sempre di più, fino ad occupare una vasta area, diventando così una città ricca e potente. Sibari divenne ben presto un ottimo mercato, aveva frequenti rapporti commerciali con i maggiori porti orientali. Al culmine della sua potenza, Sibari suscitò le gelosie delle popolazioni vicine, e fra esse soprattutto la città di Crotone posta a circa 100 km più a sud. Infatti, nel 510 a.C., i Crotoniati, la distrussero completamente, arrivando persino a deviare il corso fluviale del Crati sull'abitato.
Dopo 66 anni (nel 444 a.C.) per volere di Pericle di Atene, venne fondata Thurii nello stesso luogo di Sibari, ma questa città non raggiunse mai la grandezza di Sibari. Dopo numerosi pericoli corsi sempre a causa delle popolazioni vicine, Thurii fu costretta a chiedere aiuto ai Romani, diventando così colonia romana col nome di Copia. II centro rimase in vita fino al VI d.C., quando l'impaludamento e la diffusione della malaria ne decretarono l'abbandono. Di questa sovrapposizione di popoli e di civiltà ne sono testimonianza gli Scavi archeologici, lo strato superficiale di questi scavi ha portato alla luce i resti della romana Copia (il teatro, case patrizie con pavimenti a mosaici, le terme), mentre le strade e i vicoli risalgono alla terza Sibari, cioè Thurii. Il Museo Archeologico di Sibari ospita al suo interno reperti che risalgono a diversi periodi, dall'era protostorica della Magna Grecia fino alla civiltà romana. Le testimonianze di maggiore interesse sono i corredi tombali risalenti all'età del ferro e gli ornamenti religiosi del santuario di Atena del VI-IV secolo a.C. Di notevole importanza anche la tabella in bronzo con dedica appartenenti a Kleombrotos figlio di Dexilaos, cittadino sibarita vincitore di una gara ad Olimpia, risalente agli inizi del VI secolo a.C.
Di non trascurabile interesse anche gli scavi archeologici. Il sito di scavo aperto al pubblico si estende su un'area vasta, e comprende una parte considerevole delle vie principali di Copia, oltre a ruderi di diverse ville, con molti pavimenti a mosaico ed in un caso di una piccola piscina. Nel sito sono comprese alcune zone non aperte al pubblico, dove viene curata la ripulitura degli oggetti rinvenuti.


LE CASTELLA: DISTANZA DA CARIATI 80 KM


Le Castella è una frazione di Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone. È situata sulla costa ionica della Calabria ed è inserita nel verde di una magnifica terrazza naturale. A dominare la baia è l'antico Castello Aragonese, circondato dal mare ed unito alla costa da una sottile striscia di terra. Il castello è noto ai cinefili per essere stato scelto come set cinematografico de L'Armata Brancaleone e Il Vangelo secondo Matteo.
Oltre al castello il luogo è noto anche per la Riserva Naturale Marina di Capo Rizzuto. I fondali variano da ampie distese di sabbia a rocce, mentre scogli sommersi creano suggestive secche: un vero e proprio paradiso per gli amanti dello snorkeling. Nella riserva è attivo un servizio di visite guidate su battelli dai fondali trasparenti, che consentono di osservare le immense praterie di Posidonia Oceanica, abitate da simpatici pesci multicolori che fanno capolino dai ribelli e verdi ciuffi. La gita dura circa 1 ora e, per chi lo volesse, è anche prevista una sosta bagno per tuffarsi nelle incontaminate acque del luogo. Il breve ma emozionante viaggio nel mondo sommerso è previsto anche di notte.


RAFTING SUL FIUME LAO: DISTANZA DA CARIATI 132 KM


Avventura, spirito di squadra e adrenalina: ecco il giusto mix che fa del rafting lo sport fluviale più popolare tra quelli estremi. Ideale per gli amanti della natura, alla ricerca di emozioni forti e di paesaggi spettacolari. Lao è il fiume più importante del Parco Nazionale del Pollino e viene percorso in kayak o raft. L’escursione sul fiume Lao si svolge in una giornata ed è adatta a persone di tutte le età. Una guida manovra il gommone e coordina il gruppo, questo fa si che anche i principianti possano vivere l’esperienza in totale sicurezza. L’unico requisito richiesto è saper nuotare. La natura offre al visitatore mille motivi di interesse e moltissime possibilità sportive. Il torrentista vi trova percorsi assai differenti tra loro, a cominciare dalla Grande Gola del Lao, che inizia 2 Km a valle del paese di Laino. Il fiume Lao è una delle mete preferite per chi ama gli ambienti fluviali, ed in particolare per i canoisti, è uno degli appuntamenti da non mancare. Il corso è bello, scorre in una gola selvaggia e c’è sempre acqua. Qui negli ultimi anni ha preso piede l’attività del rafting, la discesa del fiume su particolari gommoni detti "raft", che consente di rivivere in versione moderna l’emozionante avventura della discesa del fiume su bolla d’aria.


SILA: DISTANZA DA CARIATI 120 KM


Paesaggi mozzafiato, ambienti incontaminati ed un patrimonio di biodiversità unico. E’ l’area del Parco Nazionale della Sila che si estende per oltre 73 mila ettari, interessando 21 comuni all’interno delle 3 province di Cosenza, Catanzaro e Crotone. Il parco è diviso in due territori, la Sila Grande e la Sila Piccola. La prima è caratterizzata dalla presenza di estese foreste di pino laricio tra i 1400 e i 1700 metri di altitudine e, più in basso da faggeti e castagneti. La Sila Piccola è, invece, ricoperta da abeti bianchi e faggi. La fauna silana è caratterizzata dalla presenza di lupi (che “sono cattivo solo nelle favole” recitano i cartelli), scoiattoli, lontre, caprioli, cinghiali, poiane e picchi neri mentre la flora annovera piante secolari e monumentali come i pini e gli aceri chiamati “i Giganti del Fallistro” e specie floreali come ginestre, primule ed orchidee sambucine. Escursioni a piedi e in mountain bike, orienteering, vela, torrentismo, canyoning, tiro con l’arco, bio e birdwatching sono gli sport da praticare a queste latitudini dove, secondo gli studi scientifici condotti da esperti mondiali in nanopatologie si respira l’aria più pulita d’Europa. La caratteristica di questo altopiano è da ricercare nel suo posizionamento geografico: la Sila infatti si estende nella parte centrale della Calabria e, facendo da spartiacque tra il mar Tirreno ed il mar Jonio, benefica degli effluvi d’aria salso - iodata dei due mari, che si amalgamano con il profumo delle resine delle conifere; ne risulta una salubrità d’aria unica al mondo tanto che, intorno agli anni 20 del secolo scorso, Greta Garbo vi dimorò un’intera estate per curarsi da una forma di sofferenza respiratoria, su consiglio dei suoi medici curanti d’oltre atlantico.
Nell’Eneide di Virgilio la Sila viene esaltata per aver fornito il miglior tipo di pino, la cui struttura resinosa era la più adatta per il fasciame delle navi romane, perché risultava inattaccabile dalla salsedine marina.