Lungo le coste della Calabria, a scoprire tutte le mete golose a portata di spiaggia

Viaggio gastronomico lungo le coste calabresi. Venendo da Nord, incontriamo subito la Riviera dei Cedri. Il toponimo indica chiaramente il legame indissolubile tra il territorio e la sua coltivazione più caratteristica, evocandone profumi e sapori. Il cedro è un agrume di grandi dimensioni, utilizzato soprattutto nell’industria alimentare e farmaceutica ma che si sta ritagliando uno spazio sempre più ampio anche nell’artigianato gastronomico. A Santa Maria del Cedro si trova la pasticceria Aronne, famosa proprio per i suoi prodotti a base del profumato agrume che aromatizza i tipici tarallini, la crema che farcisce l’aragosta o i cestini di pasta frolla, i gelati e le granite.

Poco più a Sud si arriva a Diamante, cittadina costiera nota per i suoi murales e per un festival dedicato al peperoncino (quest’estate dal 5 al 9 settembre). A pochi passi dalla spiaggia troviamo Ninì, bar famoso per i suoi gelati, soprattutto i tartufi, proposti in numerose varianti tra le quali, ovviamente, non manca quella piccante. L’ideale è gustarsi il gelato seduti in riva al mare, godendosi una spiaggia bellissima e la vista sull’Isola di Cirella.

Per il pranzo è possibile fermarsi qualche chilometro più giù, a Belvedere Marittimo, dove si trova Sapori e Saperi, trattoria in cui la buona cucina si sposa a una lodevole iniziativa sociale, con l’obiettivo di formare e avviare al lavoro giovani disabili o sottratti al mondo della criminalità. Il locale si trova nel centro storico del paese e propone piatti semplici, basati su materia prima di qualità. Qualche esempio: crostini preparati con il pane di Cerchiara, spaghetti con alici e finocchio selvatico, polpette di melanzane.

Usciti dalla Riviera dei Cedri si arriva a una delle tavole più originali della regione. La Degusteria Magnatum, a Longobardi, è un posto di quelli che ci si aspetta di trovare in una grande città o magari nella ricca provincia settentrionale, non in un paesino di poche anime. Eppure, all’interno del Bar dello Sport, c’è questa saletta con pochi coperti, arricchita di scaffali colmi di bontà. Oltre quattrocento etichette di vino, quaranta diversi extravergine, salumi e formaggi, conserve dolci e salate scovate in giro per l’Italia con cura certosina da Francesco Saliceti. Aperto solo su prenotazione, il ristorante propone un lungo percorso di piccoli assaggi: si va dal gammune, rarissimo prosciutto di Belmonte Calabro protetto da un presidio Slow Food, allo squisito taleggio stagionato per trenta mesi, passando per la zuppa di ceci lievemente aromatizzata con la liquirizia e per una gustosissima pasta condita con i pomodori del piennolo.La costa prosegue con Belmonte, dove viene coltivato il Gigante, un pomodoro il cui peso difficilmente è inferiore al chilo e che si dice possa arrivare fino a tre. Caratterizzato da buccia sottile, polpa soda e acidità contenutissima, dà il meglio di sé consumato crudo, magari tagliato a fette spesse, quasi fosse una bistecca vegetale. Ideale per un pranzo leggero in spiaggia, potete acquistarlo ai banchi improvvisati lungo la Statale Tirrenica o nelle piccole frutterie di Belmonte e della vicina Amantea.

In questi due paesi troviamo anche un altro dei simboli della Calabria gastronomica, i fichi secchi. Raccolti in piena maturazione ed essiccati al sole o in appositi forni, vengono raccolti nelle tradizionali “crocette” o su lunghi spiedi. Possono essere farciti (mandorle, nocciole, cedro), ricoperti (cioccolato fondente) o aromatizzati (molto buoni quelli al mirto, che da queste parti cresce spontaneamente). Per gli acquisti, i migliori produttori sono certamente Colavolpe a Belmonte e Marano ad Amantea, località nota anche per il bocconotto, dolcetto di pasta frolla con un ripieno a base di cioccolato e mandorle aromatizzato, di solito, con cannella e chiodi di garofano.

Scendendo ancora più a sud, entrando solo di poco nell’entroterra, si arriva a Nocera Terinese, dove troviamo un agriturismo che riserva molte sorprese. Fangiano nasce come produttore di ottimo extravergine, ma da alcuni anni si propone come azienda agricola completa, cui si affianca una valida struttura ricettiva, confortevole negli alloggi e golosa al momento dei pasti. Il ristorante interno, CalabriaAlCubo, interpreta la materia prima aziendale con originalità. Qualche esempio: tacos con testina di maiale, maionese alle erbe e crema piccante di borlotti; uovo cotto a bassa temperatura con crema di ricotta, tartufo del Pollino, noci e pane croccante; maiale con spuma di patata bruciata e chutney di kiwi.

Da bere una piccola selezione di vini e le birre artigianali di un’azienda locale, ‘A Magara (La Strega, in dialetto), che trovate in giro per tutta la regione e che vi consigliamo di assaggiare. La produzione è piuttosto varia e interpreta i principali stili, noi siamo rimasti particolarmente colpiti dalla Zarza Vecchia, una IPA affinata in botti da Marsala. A Nocera troviamo anche le vigne della famiglia Odoardi, che dal livello del mare arrivano fino ai 600 metri di altitudine. Vitigni autoctoni (gaglioppo, magliocco, greco nero) si affiancano a quelli internazionali e danno vita a vini piacevoli come il Vigna Garrone, maturato per otto mesi in barrique, dall’olfatto pulito e molto equilibrato al palato.

Tornando sulla costa inizia la parte più suggestiva del Golfo di Sant’Eufemia, di cui si scorgono panorami bellissimi persino dall’autostrada, soprattutto all’altezza di Pizzo Calabro. La piccola cittadina ospita parecchi indirizzi interessanti, ma è conosciuta soprattutto per il tartufo. La piazza principale del paese ospita molte gelaterie, ciascuna delle quali interpreta questa specialità a modo proprio. Impossibile dire quale bar faccia il tartufo più buono, a meno di non voler innescare discussioni infinite. Probabilmente la cosa migliore è assaggiare un po’ dappertutto e farsi il proprio podio, senza trascurare di passare anche al Bar degli Amici, che rispetto agli altri ha una posizione meno amena (lungo la statale).

Ma Pizzo è famosa pure per le conserve ittiche. Qui hanno sede la Callipo (nel punto vendita vicino lo svincolo autostradale trovate anche le selezioni che solitamente non sono sui banchi del supermercato) e la Sardanelli. Produzione artigianale, invece, quella di Rosa Fanfulla, che oltre al tonno propone prelibate alici sotto sale e una squisita bottarga. Le spiagge di Pizzo sono molto belle, ma non dimenticate di visitare il castello aragonese nel quale, a inizio Ottocento, fu giustiziato Gioacchino Murat.

Proprio lì accanto si trova la Locanda Toscano, che propone una discreta cucina di pesce; la tavola migliore di Pizzo è però il San Domenico, collocato proprio a picco sul mare e che, per questo, offre un panorama suggestivo su tutta la costa. Lo chef Bruno Tassone gioca sul tema del mare e della terra, con rimandi alla tradizione così come all’Oriente. Molto buoni il gambero rosso con stracciatella, bergamotto e nocciole, il tortello con tonno e spuma di caciocavallo, la cernia con crema di patate al limone.

Basta scendere pochi chilometri più a Sud per trovare un’altra tavola eccellente. A Vibo Marina, dal cui piccolo porto partono le escursioni per le isole Eolie, si trova L’Approdo, ristorante di pesce che propone una materia prima freschissima (provate i crudi), esaltata da una cucina attenta nelle cotture e morigerata nei condimenti. Tra i nostri piatti preferiti i gamberoni scottati serviti su una purea di albicocche al bergamotto, gli spaghettini tonno e zafferano, il nasello con pomodoro di Belmonte, lo zuccotto al pistacchio. Cantina molto interessante.

Il viaggio prosegue verso Tropea, una delle mete più ambite dai turisti. La ristorazione non offre particolari soddisfazioni, ma sicuramente avrete modo di assaggiare le specialità a base della famosa cipolla locale, nota per il suo colore rosso, la caratteristica forma allungata e il sapore dolce. Un ingrediente versatile, tanto che qualcuno lo ha addirittura utilizzato per farci il gelato. Tonino propone anche altri gusti particolari (nero di seppia, ‘nduja, olive), ma noi preferiamo i gusti classici e gli squisiti sorbetti (more di gelso, fichi fioroni, fichi d’India). Una volta avuta la coppetta, proseguite sulla strada e dopo una cinquantina di metri arriverete a una terrazza con splendida vista sulla spiaggia di Tropea.

Si arriva così a Capo Vaticano, punto finale del Golfo di Santa Eufemia e ultima tappa della nostra prima puntata. Qui si trovano alcune delle spiagge più belle di tutta la regione, spesso raggiungibili solo via mare. La località dà anche il nome al notissimo Amaro del Capo, immancabile gelido compagno di ogni dopo cena calabrese. La Distilleria Caffo, comunque, produce molti altri liquori, alcuni altrettanto pregevoli (nocino, mirto, finocchietto, cedro, bergamotto). L’ultimo consiglio goloso prende spunto dalla grande tradizione regionale per le conserve, specialmente quelle a base di verdure. Il punto vendita di Delizie Vaticane non è facile da trovare, ma una volta arrivati sarete accolti con grande gentilezza e vi perderete tra scaffali colmi di vasetti di ogni tipo. Imperdibili le specialità a base di cipolla (di Tropea, ovviamente), di olive, melanzane e peperoncino. Qui trovate anche la ‘nduja, il famoso insaccato dalla consistenza morbida e dal gusto piccante. Se proprio non potete resistere, però, tanto vale andare a Spilinga (una dozzina di chilometri verso l’entroterra), paese che alla ‘nduja ha dato i natali. E’ lì che si trovano i migliori produttori.